E’convinzione che il primo regno d’Italia sia quello proclamato il 17 marzo 1861 da Vittorio Emanuele II di Savoia; a ben guardare però il primo regno d’Italia è quello costituito da Teodorico, re degli Ostrogoti, che appunto si considerava re d’Italia, in questo legittimato dall’imperatore di Oriente Zenone.
Era un’Italia “sui generis” perché comprendeva anche le odierne Austria e Ungheria, la Slovenia, parte della Croazia e, a un certo punto, la Provenza.
Per quanto la capitale del regno fosse a Ravenna ( ma il Senato se ne stava a Roma) Teodorico preferiva soggiornare a Verona, nonché a Pavia e a Monza dove fece costruire due palazzi (poi riutilizzati dai Longobardi) di cui però, a differenza di quello di Ravenna, non è rimasta alcuna traccia materiale significativa. Di quel periodo, in Lombardia , anche se non legata alla figura di Teodorico , e’ la cosidetta
“Corona Ferrea” che fa parte del tesoro del Duomo di Monza, meritevole di una visita.
La Corona Ferrea, con la sua origine e la sua funzione nelle epoche
Tutto sommato il regno di Teodorico, rispetto alla situazione precedente e a quello che avverrà dopo, fu abbastanza buono e meritevole di un capitoletto specifico su alcuni suoi aspetti (vedi “politica di Teodorico”): tuttavia negli ultimi anni di regno Teodorico, divenuto sospettoso e crudele, fece giustiziare diversi suoi collaboratori tra cui Severino Boezio, le cui spoglie riposano a Pavia nella Basilica paleocristiana (VII sec.) di San Pietro in Ciel d’oro dove fra l’altro sono state traslate le spoglie di Sant’Agostino.
Anche per questo monumento, di cui si raccomanda la visita, sarebbe necessario un discorso specifico.
Sulla figura e sulla morte di Teodorico sono state create numerose leggende, una delle quali è stata immortalata da Giosuè Carducci nella famosa poesia che si studia nelle scuole : “Su il castello di Verona batte il sole a mezzogiorno. Da la chiusa al pian rintrona solitario un suon di corno… ecc.
Vale la pena di andare a rileggerla tutta quanta e, senza rispolverare vecchi libri di testo, basta andare su internet alla voce Carducci e Teodorico.
Ma, per restare sul suolo lombardo (per la leggenda di cui sopra Teodorico sarebbe stato buttato nel cratere di Vulcano) occorre menzionare un’altra leggenda che parla del fantasma di un uomo decapitato (Severino Boezio) che si aggira di notte nelle campagne di Calvenzano (tra Lodi e Pavia) tenendo in braccio la propria testa.
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