A Natale e per tutto il periodo delle festività il protagonista a fine pasto per eccellenza è il Panettone, il dolce natalizio italiano forse più conosciuto e apprezzato.
Sono tante le storie e le leggende sulla nascita di questo dolce. Una delle più accreditate ci porta alla corte di Ludovico il Moro. In seguito a un errore della cucina che bruciò il dolce in preparazione, un giovane aiutante, di nome Toni, rimediò impastando farina, uova, zucchero, uvetta e frutta candita. Il risultato piacque talmente tanto a Ludovico che lo chiamò Pan del Toni (da cui panettone). Molto più verosimilmente il panettone è il risultato finale di una serie di ricette popolari, e il suo nome deriva dalle dimensioni. La preparazione molto lunga richiedeva l’incisione a forma di croce prima della cottura, in segno di benedizione. Fino ai primi anni 50 esisteva solo in versione bassa, in seguito il signor Motta lo incartò con della carta paglia facendolo lievitare fino a 5 volte il suo volume, dandogli le dimensioni definitive che tutti conosciamo.
Molti si chiedono: perché le uvette e i canditi? La risposta è molto semplice: per preservare più a lungo la morbidezza del dolce. Quindi ai non amanti di uvette e canditi non resta che una soluzione: scartarli.
Oggi la ricerca di qualità da parte dei consumatori ha ridato grande slancio alla produzione artigianale, che sembrava dover cedere il passo definitivamente alla grande industria alimentare. Sempre più persone cercano il panettone preparato come una volta, dalle pasticcerie milanesi e dalle mani di sapienti artigiani. Al tempo stesso, questo ritorno all’artigianalità ha spinto le industrie a raffinare ulteriormente i propri prodotti offrendo sempre più qualità. Il panettone è uno di quei casi in cui la competizione, invece che al ribasso, si fa al rialzo. Per la gioia dei nostri palati. E per quella di amici e parenti: perché un buon panettone artigianale è anche un’ottima idea regalo.
Scrivi un commento