Secondo il Cnr l’estate del 2017 è stata la terza più secca di sempre dal 1800 a oggi. Negli ultimi 9 mesi si è registrato un calo delle precipitazioni del 40%. Una condizione di siccità che ha coinvolto anche la nostra Regione, con perdite che a luglio erano stimate in 90 milioni di euro. Preoccupano i livelli del Lago di Garda, scesi in modo sensibile, così come la secca del Po, visibile nella sua criticità.
Certamente il sistema idrico lombardo è uno dei più efficienti, con perdite d’acqua relativamente basse rispetto ad altre regioni. Sicuramente lo sviluppo tecnologico elevatissimo dell’intera filiera agroalimentare lombarda contribuisce e contribuirà a ridurre i danni.
Ma alcune domande restano. La Lombardia regge di più l’urto rispetto alle altre regioni? Il fatto di essere la Regione dei grandi laghi italiani, dei numerosi fiumi affluenti del Po aiuta a subire meno gli effetti della siccità? Al di là dei numeri e delle statistiche la preoccupazione dei produttori, degli agricoltori e degli allevatori è reale? Stiamo subendo danni economici ingenti? C’è una effettiva consapevolezza della sfida che ci attende nei prossimi anni, che sembrano segnati da una tendenza chiara? Cosa e come si deve agire per arginare il più possibile il problema? Sono tutte domande che vi rivolgiamo. Sapere cosa ne pensano i veri attori dell’agroalimentare lombardo è fondamentale per costruire un futuro rigoglioso. E non a secco.
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